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TEST 177 – [Nodo 4 – Fluttuazioni Quantico-Metriche] Deriva entropica del vuoto indotta da variazioni lente della metrica

Scopo del test
Lo scopo di questo test è verificare se l’entropia del vuoto, intesa non come una quantità statica ma come misura della distribuzione delle fluttuazioni virtuali che lo attraversano, mostri una deriva lenta e sistematica nel tempo. L’ipotesi alla base è che tale deriva non nasca dal caso o dal rumore stocastico, ma sia indotta dalla struttura stessa del tempo informazionale descritta dalla funzione z(t). In particolare, l’attenzione si concentra sul ruolo delle derivate alte, in cui il termine di sesto ordine rappresenta la convessità estrema del tempo e il gradiente del quinto ordine funge da modulazione correttiva. Se la previsione è corretta, la cosiddetta freccia entropica non è un assioma, ma un effetto emergente e quindi misurabile all’interno della dinamica metrica.

Descrizione della funzione
La funzione z(t), che governa la trasformazione temporale su scala cosmica, viene trattata come una curva regolare e continua lungo l’intero dominio di interesse, compreso fra 0.3 e 13.8 miliardi di anni. La sua struttura consente di calcolare in modo stabile le derivate fino a ordini molto alti, così da poter cogliere non solo l’andamento generale ma anche le curvature più sottili. In questo contesto, i protagonisti sono due: il termine di sesto ordine, che fornisce una misura della curvatura estrema e del modo in cui il tempo si piega lentamente, e il termine legato al gradiente della quinta derivata, che riflette piccole correzioni nella velocità di variazione di tale curvatura. Il vuoto viene invece modellato come una distribuzione spettrale normalizzata di possibilità, rappresentata in variabile logaritmica per evitare distorsioni e assicurare un controllo efficace sulle alte e basse frequenze. Da questa distribuzione si ricava l’entropia S_vac(t), che diventa la bussola attraverso cui leggere l’impatto della metrica temporale sulle fluttuazioni virtuali.

Metodo di analisi
Il metodo seguito si articola in passaggi che garantiscono riproducibilità e controlli incrociati. Si parte da una ricostruzione accurata della funzione z(t), con particolare attenzione al condizionamento numerico per evitare oscillazioni spurie. Le derivate vengono poi calcolate con tecniche che assicurano regolarità fino all’ottavo ordine. A questo punto si individuano le cosiddette finestre lente, segmenti temporali della durata tipica di uno o due miliardi di anni in cui la sesta derivata conserva segno stabile e andamento monotono. All’interno di tali finestre, la distribuzione spettrale del vuoto viene fatta evolvere secondo due diversi approcci complementari: un modello dinamico, ispirato alle equazioni di Fokker–Planck, in cui la probabilità si muove lentamente sotto l’azione della curvatura alta del tempo con piccoli termini di diffusione e richiamo; e un modello quasi statico, in cui la distribuzione viene inclinata progressivamente con pesi che dipendono dai driver metrici. In entrambi i casi l’entropia S_vac(t) viene calcolata insieme alla sua derivata nel tempo, e i risultati vengono sottoposti a regressioni che permettono di quantificare il legame fra la risposta entropica e le grandezze metriche. Per convalidare i risultati, si applicano criteri precisi: la deriva deve essere non nulla, il suo segno deve seguire quello della curvatura alta, la relazione deve mostrare una quasi linearità stabile e l’ampiezza cumulata dell’entropia deve superare una soglia minima. A questi criteri si aggiungono controlli su tratti a driver nullo, per verificare che in assenza di curvatura alta non emergano derive spurie, e prove di robustezza che comprendono variazioni delle condizioni iniziali, della forma della distribuzione e della risoluzione temporale.

Risultati ottenuti
I risultati mostrano che nelle finestre lente selezionate l’entropia del vuoto non resta costante, ma segue una deriva regolare. La derivata dS_vac/dt è diversa da zero e concorde con il segno medio della curvatura di sesto ordine, rispettando così i primi due criteri. La relazione fra dS_vac/dt e i driver metrici si presenta quasi lineare, con valori di correlazione elevati e una predominanza sistematica del coefficiente associato al termine di sesto ordine, mentre quello legato al gradiente del quinto rimane più contenuto ma sempre presente come correzione. La stabilità del coefficiente principale si mantiene entro limiti compatibili con il regime adiabatico, confermando che non si tratta di un artefatto ma di un comportamento intrinseco. L’ampiezza cumulata dell’entropia, calcolata sugli estremi delle finestre, supera la soglia fissata e si colloca in un intervallo che ne conferma la rilevanza, con rapporti segnale-rumore nettamente maggiori di quelli generati dai surrogate test. Nei tratti di controllo, dove la curvatura alta si annulla o oscilla attorno a zero, non emergono derive significative: i valori restano prossimi alla neutralità, validando così il carattere metricamente indotto del fenomeno. I test di robustezza confermano inoltre che i risultati non dipendono dalla scelta del modello evolutivo, dalla forma iniziale della distribuzione né dalla risoluzione temporale, chiudendo il perimetro dei possibili dubbi metodologici.

Interpretazione scientifica
Quello che emerge è l’immagine di un vuoto che non è un contenitore immobile ma un mezzo informazionale sensibile alla struttura del tempo. Quando la convessità alta del tempo è positiva, la distribuzione di possibilità si allarga e l’entropia cresce lentamente; quando è negativa, la distribuzione si restringe e l’entropia diminuisce. In questo gioco di dilatazioni e concentrazioni, la piccola correzione introdotta dal gradiente del quinto ordine agisce come una sfumatura che modula l’asimmetria ma non cambia la direzione del fenomeno. La regolarità e la quasi linearità della risposta confermano che il legame non è episodico, bensì sistematico, e che la freccia entropica del vuoto nasce dalla metrica stessa, senza bisogno di essere imposta dall’esterno. Il test fornisce quindi un ponte interpretativo che unifica le osservazioni fatte negli altri casi del Nodo 4, mostrando che tutte le modulazioni armoniche, le stratificazioni e le risonanze descritte in precedenza trovano una cornice comune in questa dinamica entropica emergente.

Esito tecnico finale
Il complesso di prove e controlli dimostra che la procedura è ben posta, riproducibile e falsificabile. Tutti i criteri richiesti risultano rispettati nelle finestre analizzate, i null-test confermano l’assenza di effetti spurii e i controlli di robustezza ne consolidano la stabilità. Sulla base di queste evidenze il TEST 177 – Deriva entropica del vuoto indotta da variazioni lente della metrica viene dichiarato pienamente superato, convalidando in modo diretto che il vuoto segue la curvatura alta del tempo e che la sua freccia entropica è un fenomeno emergente della metrica informazionale.

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